vino bianco altoatesino, bicchiere di vino che sembra contenere una montagna

Vino bianco Altoatesino


Il miglior vino bianco altoatesino? Una domanda da cruciverba

Un vino bianco altoatesino, una delle definizioni della Settimana Enigmistica, un enigma difficile da risolvere, perchè l’Alto Adige è una delle regioni italiane più vocate alla produzione di vino bianco. Il 55% dei territori dedicati alla coltivazione di viti, infatti è dedicata all’uva bianca, con filari che permettono la produzione di Rulander, Pinot Grigio, Weißburgunder, Chardonnay, Gewürztraminer, Sylvaner, Müller-Thurgau, Riesling, Sauvignon, Veltliner oppure Kerner, con i primi quattro a spartirsi circa il 60% delle bottiglie.

L’Alto Adige, da separare per una analisi vinicola dal resto del Trentino, ha una morfologia molto particolare, unica, dovuta principalmente all’opera millenaria di erosione dei fiumi Isarco e Adige. Le due ampie valli descritte dalla natura sono luoghi perfetti per la coltivazione, che poi si arrampica fino ai mille metri. Il terreno e le rocce formatesi milioni di anni fa consentono la nascita di vini leggeri ed esplosivi al palato, tutti caratterizzati da una finezza aromatica incredibile, dovuta alla forte escursione termica. Scopriamoli insieme uno ad uno in una piccola guida “tascabile” del vino bianco altoatesino

vino bianco altoatesino, un bicchiere di vino bianco che riflette il paesaggio

Pinot Grigio

A questa varietà di bacca sono dedicati circa 570 ettari, corrispondenti all’11% della produzione totale altoatesina. È un vitigno internazionale a bacca grigia, originario della Borgogna, secondo alcuni una mutazione del Pinot Noir. La sua prima registrazione nel Registro Nazionale delle Varietà della Vite è del 1970, proprio nella regione dell’Alto Adige.

Il Pinot Grigio necessita di condizioni di terroir e climatiche molto particolari, caratterizzate da forti escursioni climatiche e basse temperature, due condizioni di base per ottenere una buona acidità e un corredo aromatico ricco di sentori minerali.

Il nome di “Pinot” deriva dalla forma dei suoi grappoli, simili a piccole pigne, mentre la caratterizzazione cromatica si deve al fatto che, quando l’acino giunge a maturazione appare di colore grigio-rame.

Gewürztraminer

Con 540 ettari e il 10% della produzione totale, il Gewürztraminer si attesta sul secondo gradino del podio in termini quantitativi. Questo vino bianco altoatesino era diffuso in quest’area geografica fin dal tredicesimo secolo (da Termeno, comune dell’Alto Adige, deriva il nome Traminer, mentre la parola Gewürz sta per “speziato”).

Presenta una intensa aromaticità, i suoi profumi vengono spesso associati a petali di rosa, litchi e fiori d’acacia. Si abbina perfettamente con piatti di pesce e frutti di mare, ma è particolarmente indicato tra portate di cucina indiana e giapponese, con formaggi erborinati e caprini.

Chardonnay 

Coltivato per ben 500 ettari, detiene il 10% della produzione di vino bianco alto atesino. Originario della Borgogna e coltivato in tutto il mondo per la sua forte adattabilità a ogni terreno, è impiegato sia per la produzione di vini Chardonnay che nel Metodo Classico. 

Le sue origini non sono chiare, ma potrebbero condurre addirittura al Medio Oriente, mentre sappiamo che era impiantato originariamente dai monaci cistercensi dell’abbazia di Pontigny in epoca medievale.

Dai suoi grappoli si ottiene un vino dal colore bianco paglierino, con un profumo fine e sofisticato, con un sapore di mela Golden piacevole e persistente. Tende ad assumere le caratteristiche decise dal produttore, è molto variabile in base al terreno di coltura, arrivando anche a manifestarsi dolce e burroso o addirittura frizzante, secco e tagliente.

Pinot bianco

Originario della Borgogna, viene qui coltivato su di una superficie di 490 ettari, per ottenere il 10% della produzione territoriale. È la versione italiana del Pinot Blanc, coltivato in Francia, probabilmente una mutazione del Pinot Grigio (a sua volta derivante dal Pinot Nero). 

Non particolarmente esaltato all’estero, ha trovato proprio nell’Alto Adige una regione di elezione, sia come assemblaggio negli spumanti che per vini mono vitigno che si caratterizzano per il colore giallo paglierino (variabile a seconda della tipologia di vinificazione), per i profumi fruttati e floreali (susina, ananas, biancospino, glicine e acacia) e tracce minerali al palato anche a volte si sviluppano in note di miele e mandorle, a volte con una caratteristica burrosa.

Sauvignon

Insieme allo Chardonnay è la varietà di vitigno bianca più diffusa al mondo, la sua origine è francese, precisamente della Valle della Loira, il suo nome deriva da “sauvage”, selvatico, una etimologia che lo accomuna all’italiano lambrusco (lambrusca in latino significa proprio selvatica).

Con i suoi 320 ettari di coltivazione rappresenta l’8% della produzione di vino bianco altoatesino.

Coltivato solitamente tra i 250 e i 450 metri d’altezza, si riconosce immediatamente per le note di uva spina, ortica e muschio, per il suo colore giallo paglierino e la sua sapidità.

Le sue sfumature vegetali lo rendono perfetto in abbinamento alla cucina vegetariana, raggiungendo l’eccellenza se accompagnato da formaggi caprini.

Muller Thurgau

Vitigno che prende il nome dal suo creatore, il viticoltore svizzero Herman Muller, del Canton Thurgau, che nel 1882 incrociò il Riesling e lo Chasselas. 

Coltivato in 200 ettari rappresenta il 3,4% della produzione totale, è un vitigno che produce vini di pronta beva, semplici, ma decisi, profumati e caratterizzati da note agrumate.

È un vitigno pensato per l’alta quota, con esemplari particolarmente resistenti e per questo ampiamente diffusi al termine della seconda guerra mondiale, in Austria e Germania come nell’Alto Adige. Predilige l’esposizione al sole e i forti sbalzi termici, per questo ha trovato nella valle di Cembra e di Meano l’habitat congeniale. Nel calice si espandono i profumi di fiori, sambuco e limone, sapido e aromatico al palato ha un retrogusto leggermente amaro. Per questo è un vino moderno e molto apprezzato, che si abbina benissimo con aperitivi, ma anche con la pizza.

Kerner

Nasce dall’incrocio tra Schiava Grossa e Riesling pensato per la prima volta nel 1929. Un vino, quindi, tutto sommato molto recente, che si caratterizza per il suo intenso profumo. Coltivato in 112 ettari, tra la Val Venosta e la Val d’Isarco rappresenta il 2% della produzione dell’Alto Adige.  Come sempre, è il terreno di coltivazione a esprimersi e in questo caso arricchisce gli acini e le bottiglie di intense note di frutti esotici e agrumi e noce moscata.

Tra i bianchi che spiccano per essere portati all’invecchiamento, conferma in ogni sua traduzione una insolita capacità espressiva, dalla quale deriva anche il nome, lo stesso del poeta romantico tedesco Julius Kerner. 

Il suo colore brillante giallo paglierino, si esprime al palato con una intensità sottile, ma persistente, grazie anche alle note minerali. 

Riesling

Noto nell’Alto Adige fin dal 1840, è diventato in realtà ricercato solo dall’inizio degli anni novanta del secolo scorso. La sua caratteristica peculiare è l’acidità stimolante, che accompagna con aromi di pesca e agrumi, creando vini maestosi e raffinati. Sono circa 105 gli ettari coltivati a Riesling nella zona dell’Alto Adige, circa il 2% del totale.

La freschezza del Riesling è spesso accompagnata anche da una nota minerale. Questo profilo a dir poco unico lo rendono uno dei migliori bianchi da invecchiamento, basti pensare che la bottiglia di vino più invecchiata al mondo è proprio di Riesling Renano, datata 1748 e conservata oggi nella cantina di Castel Johannisberg.

Silvaner

Coltivato fin dal medioevo e impiantato soprattutto dall’Impero Austroungarico, viene prodotto in 70 ettari e detiene circa l’1,2% della produzione totale. È un vitigno a bacca bianca che risalta per il suo essere secco con aromi vegetali, mai troppo pungente, dal bouquet ricco di sentori di mela e pesca, con note minerali al palato.

I suoi filari ammanno una esposizione ben soleggiata e una quota tra i 500 e gli 800 metri sul livello del mare. È l’accompagnamento perfetto per piatti di pesce d’acqua dolce, ricette vegetariane e insaccati. Elegante, nel suo colore naturalmente giallo paglierino, lo definisce come vero ambasciatore dei vini alpini altoatesini.